"Ligeia. Fuga nelle tenebre" di Gianni Donarelli con le illustrazioni di Feanco Donarelli

"Ligeia. Fuga nelle tenebre" di Gianni Donarelli, con le illustrazioni di Franco Donarelli, è un’antologia singolare, quasi uno zibaldone sotto forma di raccolta di novelle. L’autore gioca con le citazioni, con i riferimenti, omaggia Poe, si rifà alla mitologia classica, inserisce brani poetici e frasi nichiliste. I suoi personaggi scavano nelle miserie dell’animo umano. Sguazzano nel torbido della putrescenza che infesta il fondo di ogni mente avvelenandone i pensieri e non cercano redenzione, ma liberazione, che viene sovente identificata con l’abbandono della vita corporea. La morte vista come un rito di passaggio, una benedizione contro la maledizione della vita.
Fra le novelle, spiccano per ironia, tecnica nerrativa e disincanto:
Ligeia: un castello quasi sospeso nel tempo. Una malattia rara e poco conosciuta, la fantosmia, che solletica i sensi con odori immaginari che conducono chi ne è affetto ad avere comportamenti violenti e pericolosi. Un amore travolgente e devastante che scoppia fra gli ultimi esponenti di una stirpe dannata. Un dio beffardo che giudica e punisce in maniera incomprensibile e arbitraria, il cui simulacro, che ha le fattezze di un Pinocchio gigante e maligno, giace nelle segrete della dimora. Un delitto. Una punizione. Un ricordo traumatico, rimosso, ma ancora presente. Un omaggio sentito e lisergico all’opera di Poe.
Hop-Frog: nuovo tributo all’opera di Edgar Allan Poe, stavolta omaggiato nella sua vena più ironica e dissacrante. In un futuro non troppo lontano, uomini e robot convivono più o meno pacificamente. La natalità della razza umana è vicina allo zero e il Governo premia le coppie con almeno tre pargoli con vitalizi sostanziosi. Satiro, un acrobata che si esibisce in spericolate evoluzioni a bordo di una vecchia motocicletta, rimane coinvolto in un disastroso incidente durante il quale perde le gambe ed entrambi i testicoli. Gli arti gli verranno rimpiazzati con delle protesi robotiche a buon mercato che lo costringeranno a camminare con un’andatura fatta di saltelli e piroette (come l’Hop-Frog di Poe, per l’appunto). La fidanzata, Moana, lo lascia per sposare Calandrino, un cretino che, però, può metterla incinta garantendole le tre gravidanze che le permetteranno di vivere di rendita.
Il suonatore di storie: un anonimo menestrello viene incitato da una folla invisibile a raccontare delle storie. Questo invito da il via a una serie di brevi spaccati che con precisa, cinica maestria descrivono la vacuità dei rapporti sociali, la ripetitività dell’esistenza e la futilità della vita umana.
Danza macabra: indiscutibilmente il racconto più complesso, ricco di citazioni, profondo e intellettualmente impegnativo della raccolta. Un viaggio fra passato e presente, fra figure mitologiche e allucinazioni lucide e vivide. Un’ardita metafora che ruota attorno all’ingiustizia della nascita e alla liberazione apportata dalla morte. Dialoghi taglienti, immagini potenti per descrivere il labirinto di una mente disturbata e i mostri che vi albergano. Enea Vlad, schizofrenico e geniale, diviene il simbolo di un’umanità sofferente che trova la libertà solo nel trapasso.
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Biografia
Giovanni ( Gianni ) Donarelli, nato a Sora il 31-01-1950.
Professione: medico chirurgo, ex ospedaliero in pensione, attualmente operativo in regime libero-professionale.
Specializzazioni in Cardiologia, Medicina dello Sport, Agopuntura Cinese.
Obbligato, nel 2020, dal Covid a un lungo periodo di forzata inattività, si è dedicato al progetto ideativo di un apparecchio per la rianimazione cardio-polmonare sfociato infine nella registrazione, il 04-01-2024, del Brevetto Unitario Europeo n° EP3925589.
Ispirato poi dal racconto di Edgar Allan Poe, La Morte Rossa, che purtroppo imperava in quel buio periodo pandemico, come attività collaterale ha scritto Ligeia-Fuga nelle Tenebre e Danza Macabra, prima e unica esperienza letteraria.
Trascorsa la bufera della Morte Rossa, è tornato gradualmente alla vita precedente, con il sapore nostalgico delle lunghe ore ossessive trascorse alla tastiera.








